La speranza è nelle mani degli ultimi

da catt.ch

Un anno e sei mesi è durato il servizio del ticinese Nicola Di Feo, partito dalla Svizzera italiana come volontario della Diocesi di Lugano a servizio del progetto educativo della diocesi di Anse-à-Veau Miragoâne ad Haiti. Come abbiamo più volte raccontato, la Chiesa cattolica in Haiti ha aperto scuole nelle zone rurali, dove lo Stato è totalmente assente, ma date le già precarie condizioni economiche, strutturali, dotazioni didattiche e insegnanti sono di livello preoccupante. In questo quadro si inserisce l’intervento di volontariato coordinato per la Diocesi di Lugano dalla Conferenza missionaria della Svizzera italiana.

Ai microfoni di Radio 3i, Nicola ha raccontato il 19 agosto, in occasione della giornata dell’aiuto missionario, la sua esperienza: 

“Se mi chiedi cosa mi ha dato Haiti, ti posso dire che mi ha dato un anno e mezzo bello di vita. La missione è qualcosa di molto educativo, una grande opportunità e un grande privilegio di ricentrare lo sguardo e le proprie prospettive”.

“Un’esperienza così rinnova la speranza che un mondo migliore è possibile e sono convinto che questa speranza sta nella mano degli ultimi”.

Un aneddoto? “Abbiamo incontrato persone davvero povere; eppure in ogni villaggio che abbiamo visitato c’era sempre un anziano che ci veniva incontro per offrirci qualcosa. Cose così ti interrogano su che uomo vuoi essere”.

Un’esperienza destinata a segnare anche la quotidianità di Nicola qui in Ticino: “Ho la grande responsabilità di tenere vivo tutto questo. Haiti mi ha ricentrato su quello che voglio essere, è un invito a  trovare una ragione per dare la vita fino in fondo, che sia un ideale, un progetto, una persona; dare la vita perché ne vale la pena”.

Ascolta l’intervista nel blog del progetto Haiti

Nicola Di Feo, dopo il suo rientro definitivo da Haiti a fine luglio, è tornato in Caritas Ticino, dove ora si occupa di accompagnare persone in assistenza. L’esperienza ad Haiti, ci confida, oltre ad essere una ricchezza in più, è stata un modo per “allenare” l’ideale di servizio della missione e per aprire lo sguardo.

(red catt.ch/radio31)

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