Si è conclusa la prima intensa settimana di corso a Verona. Sono stati giorni belli, di incontro, scoperta, racconti e soprattutto ascolto.
Assieme agli altri trenta missionari abbiamo lavorato sui temi “noi stessi”, “gli altri” e la “missione”. Quest’anno al Centro unitario missionario di Verona (CUM) facciamo parte di un bel gruppo di laici, preti e suore provenienti dai 4 continenti in partenza per ogni angolo del mondo, soprattutto Africa e America Latina. Grazie alle attività svolte assieme abbiamo imparato a conoscerci e ognuno ha aperto il suo cuore agli altri.
Così una simpatica suora del Burundi, ci ha raccontato con un sorriso spiazzante, come ha perso metà della sua famiglia durante la guerra civile nel 1993, mentre noi riuscivamo a stento a trattenere le lacrime. Altre due giovani suore indiane ci contagiano con la loro allegria e ci impressionano per la profondità delle loro riflessioni. Non mancano tra i preti dei veri mattacchioni, che contribuiscono a mantenere un bell’ambiente durante le attività. Tra i religiosi alcuni hanno ricevuto una chiamata inaspettata dal loro Vescovo e con gioia e obbedienza si mettono in gioco. Altri invece sognano da anni di partire in missione e potranno quindi presto coronare il loro sogno.
Parallelamente al nostro corso nel missionari “partenti” si è svolto anche un corso per preti africani venuti in Italia a svolgere la propria missione nelle parrocchie del territorio di tutto il paese. Così riflettiamo anche sul fatto che, nonostante gli stereotipi, la missione sia qualcosa che avviene nei due sensi.
Ognuno ha una storia diversa alle spalle, ma tutti siamo accomunati da una forte motivazione, supportata dalla fede e dalla voglia di avvicinarsi in punta di piedi ad un’umanità più vera, consci della propria piccolezza, ma anche del dono che questa avventura rappresenta.
Maria Laura e Sebastiano Pron
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