Anche qui le persone sono invitate a lavarsi spesso le mani a causa del Coronavirus. All’entrata di banche e negazi sono stati messi secchi con rubinetto, ma la maggior parte delle persone, sia in città che in campagna, non dispone di acqua corrente e ha difficoltà anche a procurarsi un semplice secchio.
Già prima dell’arrivo dell’epidemia, pianificando l’attività di salute nelle scuole, avevamo messo in programma la diffusione del tippy-tap come metodo per la pulizia delle mani per prevenire tutte le malattie legate ad una cattiva igiene.
Poco dopo il nostro arrivo ad Haiti avevamo già costruito un tippy-tap in giardino che mostriamo a tutti gli ospiti. Nell’ambito delle misure di prevenzione per l’epidemia, Père Yves ne è rimasto talmente entusiasta che ci ha chiesto di fare una formazione per condividerlo con i collaboratori del centro diocesano.
Alla formazione, incentrata oltre che sul tippy-tap anche sull’igiene delle mani (non solo per il coronavirus), hanno infatti partecipato: le cuoche, gli autisti, il custode e alcuni altri rappresentanti di parrocchie vicine che avranno il compito di diffondere questo metodo partendo dalle loro famiglie per arrivare alle comunità.
Dopo tante settimane durante le quali non ci eravamo più incontrati, è stato un momento di condivisione amichevole molto apprezzato anche perchè le persone coinvolte, spesso stanno dietro le quinte, mentre oggi erano in prima linea.
Il tippy-tap è un sistema che permette di lavarsi le mani senza toccare nulla (evita quindi la propagazione di microbi), estremamente economico e semplice da costruire con materiali di reciclo. È stato ideato da un medico negli anni ‘80 in Zinbawe ed in seguito si è diffuso in tutti i paesi con problemi di approvvigionamento idrico e di igiene.
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