La nostra casa non si trova su una via principale, eppure tanta gente passa, molti sono incuriositi dalla presenza di due “blan”, diversi salutano chiedendoci come stiamo “Kouman ou ye?” e qualcuno, un po’ più coraggioso viene fino sulla porta di casa.
Abbiamo appena passato la nostra terza settimana di permanenza ad Haiti, ma già possiamo raccontare di qualcuno di questi incontri.
Oggi per esempio un signore di mezza età, tutto sporco e malconcio, è venuto a chiederci dei soldi. Noi gli abbiamo spiegato che siamo missionari e non diamo soldi, però abbiamo continuato a parlarci assieme e abbiamo scoperto che è un agricoltore, ha un vivaio e ci siamo accordati perché la prossima volta ci porti 3 piante: un avocado, un tamarindo e un pomelo perché vorremmo fare un frutteto. Mentre sono entrato un attimo in casa, il signore, senza denti, ha detto alla Mery “Je t’aime à la folie”, ma dopo che lei gli ha spiegato che siamo sposati, si è scusato moltissimo.
Un altro giorno è arrivato un poliziotto in uniforme, dato che qui vicino abita il capo della polizia di tutto il dipartimento. Io mi stavo già preoccupando, ma lui subito mi ha detto che sapeva che ero un insegnante e voleva chiedermi se potevo organizzare una borsa di studio all’estero per suo figlio. Io gli risposto che dovevo informarmi, ma ne ho approfittato anche per chiederli se la patente di guida internazionale che abbiamo sia valida anche qui.
Una ragazzo, dall’aspetto emaciato, è venuto chiedendo dei soldi per pagare le medicine e ci ha mostrato i farmaci che prende contro l’HIV. Sembrava molto stanco e gli abbiamo offerto un semplice bicchiere d’acqua, dopodiché ci ha ringraziati ed è andato.
Una bambina, nostra “quasi” vicina, che vive assieme alla nonna, è venuta a mostrarci un bel cesto di maracuja (frutto della passione) che voleva venderci. Abbiamo accettato volentieri, ma non il prezzo “per bianchi” che ci aveva fatto, così dopo averle spiegato che siamo missionari il prezzo è tornato haitiano.
Una giovane adulto si è presentato dicendo che era amico del Mauro, così l’abbiamo fatto entrare ed abbiamo ascoltato la sua storia di studente universitario che a causa del blocco del paese quest’anno non ha ancora iniziato le lezioni.
Un signore che avevamo già incontrato l’anno scorso, si offre di insegnarci a cavalcare il suo mulo e propone la prima lezione dopo la messa di domenica. Noi per non essere scortesi, rispondiamo all’haitiana “si dieu veut”.
Varie persone si presentano chiedendoci se abbiamo bisogno di collaboratori domestici, guide, traduttori, e quant’altro. È divertente sentire le loro storie e alla fine, anche se non possiamo dare loro quello che ci chiedono, basta essere gentili, offrire qualcosa da bere per vederli ripartire contenti ….
Cari Maria Laura e Seba,
grazie per condividere con noi i vostri racconti e le vostre riflessioni. Con parole semplici ed autentiche ci aiutate a capire quelle che state facendo e la bellezza della vostra testimonianza. A questo proposito ci hanno molto colpito i vostri sorrisi sulle fotografie: ci sembrano sorrisi pieni di tenerezza per le persone che incontrate.
Un abbraccio!
Maurizio e Carla
Grazie per queste belle notizie.
Vi ricordo nelle preghiere.
Buon Anno