Messaggio di Natale 2020 della Conferenza Episcopale di Haiti (CEH)

Non lasciatevi rubare la vostra speranza (Papa Francesco)!

  1. Noi, i Vescovi cattolici di Haiti, riuniti in assemblea plenaria ordinaria, vi salutiamo tutte e tutti, Sorelle e fratelli, carissimi, in questo tempo di Avvento in cui ci prepariamo interiormente a celebrare la tanto attesa nascita del Messia. Questo avvenimento inaudito e decisivo per l’umanità ci invita a cercare sempre la gloria di Dio e a impegnarci per la pace. Dio si è fatto uomo per salvarci (Gv 1,14) e per chiamarci a rendere conto della speranza che è in noi (1Pt 3,15) e ad esserne testimoni anche nei momenti più difficili.
  2. Oggi, la nostra cara Haiti ha più che mai bisogno di salvezza, di redenzione, di pace, di trasformazione in profondità: trasformazione delle mentalità, delle strutture, del modo di governare e di fare politica. Da luglio 2018 non manchiamo di chiedere ai protagonisti di tutti i settori della vita nazionale di riprendersi. Durante questo 2020, abbiamo anche denunciato le derive dell’Esecutivo che, tramite certi decreti, provocano una crescente inquietudine. (Messaggio CEH, 3 luglio 2020)
  3. Siamo profondamente tristi ed esprimiamo il nostro dolore e il nostro smarrimento di fronte all’aggravarsi della situazione nel paese che cade ogni giorno più nella violenza, nella miseria e nell’insalubrità. Oggi ci troviamo di fronte a un avvelenamento della vita sociale causato da atti di aggressione, di banditismo, di stupri, d’assassini e di barbarie che seminano morte e lutto e che spingono la gente a fuggire da casa propria. Noi gridiamo e ribadiamo con tutte le nostre forze, con tutto il popolo haitiano esasperato e stremato: no al caos! No alla violenza! No all’insicurezza! No alla miseria! Ne abbiamo abbastanza! Il popolo haitiano è stufo! Troppo è troppo! A voi che commettete simili atti come a chi vi sostiene, vi chiediamo, nel nome del Dio della vita: fermatevi! I vostri atti sono respinti da tutto il popolo haitiano et non vi porteranno da nessuna parte!
  4. Di fronte alla crisi cronica che attraversa il nostro paese, facciamo appello alla coscienza dei concittadini, all’orgoglio morale e patriotico, alla trasformazione degli spiriti e dei cuori. Noi abbiamo bisogno di una intesa nazionale inter haitiana per rifondare la nazione. Dobbiamo trovare assieme la formula per tesserla. Noi incoraggiamo le iniziative nazionali che vogliono riunire le forze vive del paese per trovare un consenso per rimettere in piedi le istituzioni e ridare fiducia al popolo.
  5. Se numerose sono le voci che si sono alzate per reclamare dei cambiamenti nella costituzione o una nuova costituzione, occorrerà cercare il modo corretto e consensuale per arrivarci. Perché la soluzione è nella speranza che attivi il consenso per un’amicizia sociale e per una nuova cultura. Facciamo appello a tutte le Haitiane e a tutti gli Haitiani, ognuno nel proprio ambito, a fare tutto il possibile per salvare Haiti dal disastro.
  6. Vogliamo pure manifestare, nella preghiera e nell’azione, la nostra solidarietà con tutte le persone vittime dell’insicurezza. La preghiera è una risorsa per creare coesistenza soprattutto nei momenti più difficili. Perché, in Gesù Cristo, il Verbo fatto carne, noi troviamo la fede, l’amore e la speranza per guardare il nostro prossimo, soprattutto le persone umiliate, scombussolate, vittime di ogni tipo di aggressione. Per questo invitiamo tutti i cristiani cattolici e gli uomini e le donne di buona volontà a intensificare l’adorazione perpetua che avevamo deciso nel mese di giugno 2019. Li esortiamo pure a unirsi a noi, attraverso le parrocchie delle dieci diocesi, per un triduo di digiuno, di preghiera di riparazione e di intercessione per la nostra conversione e per la liberazione del nostro paese, dal 5 al 7 dicembre 2020. Non dobbiamo lasciarci schiacciare dal fatalismo e dal pessimismo. La preghiera come mezzo per attingere di nuovo alla forza del Cristo che diventa un’urgenza del tutto concreta” (Benedetto XVI, Deus Caritas est, 36)
  7. Il paese cambierà solo se gli spiriti e i cuori cambieranno. Se vogliamo vedere il cambio, permettiamo a Dio di cambiarci. Perché i cattivi pensieri nascono dal nostro cuore. (Mt 15,19). Davanti alla morte brutale e programmata che ci circonda e ci minaccia, non lasciamoci rubare la nostra speranza (Papa Francesco, omelia del 25 marzo 2013), restiamo vigilanti. Dobbiamo continuare a proclamare il nostro credo nella vita ad Haiti. Noi, credenti, dobbiamo riconoscere tutti “ L’amore viene prima di tutto, non deve mai essere messo in pericolo, il più grande pericolo è non amare (1Co 13,1-13). Natale è la festa dell’Amore, la festa della Fraternità, la festa della Pace. Questa pace, cerchiamola assieme. Diamo una possibilità ad Haiti! Risparmiamo nuove sofferenze all’amato popolo haitiano. Mettiamo al bando per sempre la violenza! Sradichiamo definitivamente l’insicurezza e l’impunità!
  8. Accogliamo, nella luce della fede, il Mistero del Natale, il Mistero di Dio che, nel Figlio, si è fatto carne per farci partecipi della sua natura divina, per rendere Dio all’uomo e l’uomo a Dio (Sant’Atanasio, sull’Incarnazione, 54,3: PG 25). Lasciamoci trasformare dal Bambino-Dio che, nelle braccia di sua Madre, la benedetta Vergine Maria, ci sorride e ci invita a non perdere il coraggio, ad aprirci alla grazia di Dio, alla Speranza.
  9. Che la grazia di Natale ci sostenga nella nostra lotta contro l’insicurezza, la violenza e tutte le “forze di morte” e nel nostro impegno per costruire una Haiti nuova, per far trionfare le “forze della vita”! Che la Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, nostra Patrona, ci venga in aiuto! Che ottenga per noi, da suo Figlio, un Natale di Pace, e un santo e felice 2021!

Fatto a Lilavois, sede della Conferenza Episcopale di Haiti (CEH) il 27 novembre 2020, festa della Madonna della Medaglia Miracolosa.

Seguono le firme dei vescovi diocesani e dei vescovi emeriti.

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